C'è già su questo sito la definizione del Larousse di un secolo fa (ici), eccone una più recente del petit Robert. Tatuare: Segnare, ornare, una parte del corpo, di iscrizioni o di disegni indelebile introducendo per mezzo di punture delle materie coloranti sotto l'epidermide.
Per me un tatuaggio riuscito, è un tatuaggio amato dal
suo proprietario, indipendentemente dal fatto che la tecnica o
il colpo di matita sia buono o cattivo. Del resto che vuole dire
una buona tecnica, apparentemente questo è mettere i pigmenti
alla buona profondità affinché il tratto non si
allargasse e non sparisca neanche.Ma quale è l'inconveniente
di un tratto spesso fatto ad un ago rispetto alla stessa larghezza
di tratto fatto con sette aghi? Nessuno, tranne che il tratto
deve togliere più facilmente. Ma anche quale idea di volere
toglierlo, mentre è così facile ricoprire ed ancora
più facile di non fare niente.
L'altro aspetto della tecnica, è di non fare troppo male
e di non troppo sciupare la pelle. Per informazione, quando mi
faccio un piccolo tatuaggio, forse che vi metterei un esempio
un giorno, mette tra cinque e dieci giorni prima di pelare, a
seconda che lo curo o non, e ciò non fa di croste.
L'altra interrogazione è che cosa tatuare. Se è
per riprodurre una foto o una pittura, non vedo l'interesse, è
meglio prendere un foglio di carta e della pittura. Amo un gran
numero di piccoli tatuaggi che esprimono una evoluzione, su parecchi
anni, della persona, amo anche i grandi tatuaggi che giocano con
la forma in 3D del corpo, o ancora i tatuaggi sul tatuaggio (in
corso, non cancellare, che fanno riferimento a loro stessi).
Apprendere a tatuare
Secondo i fori sul tatuaggio, ci sono parecchi modi di imparare
a tatuare :
1 - trovi un apprendistato, imparati a tatuare ed ad assicurare
l'igiene in modo automatica, (ma è un inconveniente sul
tuo CV di avere fatto un anno di apprendistato se vuoi lavorare
in altro settore),
2 - ti alleni su te stesso, imparati a tatuare ed a conoscerti
(probabilmente sarà mancato all'inizio e tu non apprenderai
l'igiene).
L'altra soluzione, tatuare degli amici, è molto sconsigliata,
ciò rovina la pelle degli altri e soprattutto rischi di
trasmettere delle malattie. Non vedendo l'evoluzione del tatuaggio,
né come il ragazzo l'ha curato, non progredisci veramente.
L'interesse della seconda, è prima che non c'è bisogno di trovare un padrone di apprendistato, poi ciò permette di riflettere. Perché fare tale o tale tatuaggio ? Per il simbolico, l'estetismo o l'apprendistato della tecnica. Fin dove sono pronto ad andare (tentativo, sbaglio) per apprendere la tecnica ? Talvolta, si rende conto che non si vuole fare ne il suo mestiere, non invidia di fare le stoviglie né di saldare gli aghi ed ancora meno di sopportare la clientela che ha paura di avere male, che considera ciò come una prova di sopportare il dolore o che fa unicamente ciò per fenomeno di moda, non invidia di tatuare dei così. E poi questa tecnica è troppo lunga e non permette abbastanza spontaneità.
Ciò implica anche di vedere differentemente la tecnica ; poiché una seduta non costa niente, niente impedisce di realizzare un tatuaggio per piccoli tasti, fermarsi appena il dolore arriva ed aspettare quindici giorni vedere il risultato. Contrariamente ai professionisti che devono limitare il numero di sedute per tatuaggio. Rendersi conto che la maggiore parte dei pericoli legati all'igiene vengono per il fatto che i tatuaggi sono realizzati alla catena, trasmissione dell'epatite di un cliente all'altro), che ci sarebbero meno di rischi se ciascuno si tatuasse sé ed il suo ambiente al ritmo di un piccolo tatuaggio per mese.
Poco a poco, l'invidia arriva di tatuare altrui che sia per
curiosità tecnica: volere tatuare avendo solamente le
sensazioni venuto delle mani o per mancanza di posto. Cercare
una cavia, dire si che si è pronto ad acquistare della
pelle, tutto siccome si acquista della carta strofinaccio Arches,
300 grammi per metro quadrato, 100% cotone. Chiedersi perché
il tatuato avrebbe a pagare qualche cosa, perché non il
contrario? all'istante di un primo tatuaggio per il tatuato ed
il tatoueur che è ciò che dà il più
all'altro. Il tatuato dà la sua pelle ed il suo dolore,
ma il tatoueur dà la sua innocenza e la sua emozione, la
paura, all'istante di segnare l'altro a vita. Non voglio cominciare
su qualcuno che non mi è niente, dopo forse, se un ignoto
vuole un motivo che mi ispira.
Non guadagnerò mai di denaro grazie al tatuaggio, ma ne
spero di fare almeno uno per anno, per il piacere. Non facendo
abbastanza, non dominerò mai la tecnica come certi professionali,
tanto peggio, ciò mi avrà permesso almeno di apprezzare
il seguente paragrafo.
Dénaturaliser la reproduction capitaliste
La rationalité du capitalisme, c'est l'assujettissement des hommes aux contraintes de l'accumulation du capital. Elle n'est donc pas la rationalité en soi, mais une rationalité qui cache mal l'irrationalité de ses fins (exploiter les hommes et la nature pour renforcer une objectivité sociale incontrôlée). C'est cette irrationalité qui constitue la principale faiblesse du capitalisme et peut rendre sa reproduction problématique.
Encore faut-il faire apparaître cette irrationalité et dénaturaliser le capitalisme en démontant son objectivité sociale. On aura beau montrer ses effets catastrophiques, les misères matérielles et morales qu'il entraîne, on n'aura atteint rien d'essentiel s'il conserve ses apparences de réalité naturelle indépassable. Pour le toucher au coeur, il faut subvertir son ordre symbolique, l'imaginaire social qui alimente les abstractions réelles du capital et fétichise les choses sociales et les rapports sociaux.
Pour y parvenir, on ne peut évidemment se contenter de dénonciation, aussi virulentes soient-elles. Il faut en fait que la subversion de l'ordre symbolique du capital soit aussi un ébranlement du monde social vécu des groupes sociaux et des individus. La vision de la société, la vision que l'on a de soi-même et des autres, la vision que l'on a de l'objectivité doivent être radicalement transformées. (J-M. Vincent, à lire aussi)
Plaisir de tatouer
Quand le dermographe devient pinceau, l'instant magique où
je me suis mise à peindre au pinceau en oubliant que c'était
ma peau Et puis non, je ne veux pas partager ce que j'ai ressenti,
les autres n'ont qu'à essayer, et c'est, je pense, impossible
à partager. Quand j'étais petite, je ne comprenais
pas que mon père ne veuille pas transmettre ce qu'il connaissait
de la vie d'autrefois, il disait : C'est mort, c'est tout. Tout
ce que pourraient en faire les éventuels lecteurs, c'est
le lire en voyeur, en faire une publication universitaire ou le
vendre.
Pourtant, les seuls textes que j'ai lu sur le tatouage concernait
l'hygiène,, la douleur ou l'aspect thérapeutique
je pense qu'il y a énormément à dire sur
ce que peut apporter le tatouage à ceux qui le pratique
(l'acte de tatouer).
J'enregistre ce texte et m'aperçois que mon nom et prénom apparaissent dans les propriétés du document. Je n'ai pas le choix, pourtant je ne veux pas être connu, au point de souhaiter écrire sous un autre nom et d'être gênée de devoir dire qui je suis pour pouvoir lire et échanger avec certaines personnes. Si j'écris un jour sur des thèmes non scientifiques, je ne dédierais pas ces textes aux personnes que j'ai apprécié ou qui m'ont influencé, car il ne faudrait surtout pas que je suis lu grâce au fait d'avoir cité quelqu'un. Par contre, me tatouer les signatures de certains, oui, j'ai envie, message secret de moi maintenant à ce que je deviendrais. Plus j'attends et plus certaines signatures seront difficile à trouver, de plus, il me faudrait expliquer ce que je veux en faire dans la vraie vie, là ou l'anonymat est impossible.
Pourquoi j'écris cette page? Parce ce que cela fait trois mois que je ne me suis pas exprimé et que je n'arrive plus à ma concentrer sur mon travail. La lente rumination qui accompagne la pensée.
Quel motif choisir
Il y a plusieurs attitudes possibles :
1-- s'offrir un tatouage pour être à la mode et un
motif qui ne choque pas, genre crâne, tribal, dauphin ,
papillon ;-), et avoir un motif déjà reproduit au
moins des centaines de fois.
2-- personnaliser son motif en le composant de plusieurs dessins
ou idées soi même ou avec l'aide d'un tatoueur ou
ami graphiste.
3-- se faire encrer un motif connu, justement dans le but de se
souvenir de ceux qui l'ont portés, vrai motif primitif,
numéro de déporté, même tatouage qu'un
ami décédé ou bien encore un motif uniquement
symbolique.
La dernière attitude, dont je trouve qu'on ne parle
pas assez, c'est de ne pas s'intéresser au motif mais seulement
à la technique et aux conditions de tatouage. Sur la technique,
on peut par exemple piquer à la main, pour faire comme
avant du temps où l'électricité n'existait
pas . Ou bien jouer sur la profondeur et un éventuel recouvrement
ou détatouage, je pense à un motif symbolique piqué
profond, puis un an après recouvert par un moins chargé
de symbole et plus artistique, quelque part, les deux coexistent,
celui qui se voit est retirable, l'invisible ne l'est pas.